Aiguilles des Sasses

L’Aiguilles des Sasses o de Leisasse è una delle poche punte che superano i tremila metri nella zona del Gran San Bernardo.

Partendo da Praz de Farcoz, seguiamo il sentiero 12 che abbandoniamo sopra a Praz de Farcoz, quindi, ci dirigiamo verso Tsa d’Arc nella prateria in falsopiano. Non essendoci ometti né indicazioni procediamo a intuito verso nord-ovest. La giornata autunnale è calda e si sta bene. Decidiamo di inerpicarci per un ripido canalone detritico. L’arietta fresca e l’ombra hanno abbassato decisamente la temperatura. Il terreno ghiacciato, le roccette smosse e qualche chiazza di neve rendono difficile e faticosa la salita, ad ogni passo si rischia di scivolare, rimpiangiamo di aver lasciato i ramponi in macchina.

Salendo piano e con prudenza, riusciamo ad arrivare su: il sole ci scalda le mani, la vista s’allarga, la pendenza si riduce; è il momento e il posto giusti per fare una pausa.

Ripartiamo salendo verso sinistra poi, all’improvviso, un fruscio strano e un qualcosa che scappa via velocissimo: un coniglio bianco, mamma mia che emozione, bianco su bianco, l’abbiamo intravisto solo per pochi secondi ma siamo sorpresi ed entusiasti di aver avuto un’opportunità così rara, ci rammarica soltanto il fatto di averlo disturbato e spaventato, abbiamo fatto gli intrusi, peccato! non volevamo.

Riprendiamo a salire cercando di piantare bene gli scarponi e con fatica arriviamo in cresta: dall’altra parte lo spettacolare vallone che sale al Golliat.

Ci rendiamo conto che non è questa la nostra meta, quindi torniamo indietro e traversiamo alla base del pendio roccioso ma non ci orientiamo ancora. Proviamo a percorrere il pianoro innevato e finalmente avvistiamo degli ometti: eh sì, abbiamo sbagliato strada, dovevamo salire per un altro canalone che probabilmente era anche segnalato, pazienza! siamo arrivati comunque.

Ora gli ometti ci portano verso ovest, quindi la nostra meta dovrebbe essere la montagna che sta alla nostra destra. Il sole è caldissimo e non c’è vento, si sta troppo bene. Camminando nella neve che ora tiene ora ci fa sprofondare, ci portiamo sul crinale: davanti a noi il Petit, il Grand e l’anticima del Golliat.

Svoltiamo decisamente a destra e con un ultimo sforzo, superiamo la placconata e arriviamo in punta all’ampia cima segnalata da un grande ometto. Il panorama spazia dal gruppo del Monte Bianco a ovest, alle montagne svizzere a nord, a est il Mont Fourchon e il Pain de Sucre in primo piano e all’orizzonte il Grand Combin con il Mont Velan, alle nostre spalle tutte le punte a sud di Aosta.

E adesso da dove scendiamo?

Ci guardiamo in giro, valutiamo e poi decidiamo di provare la cresta verso ovest. Prestando la dovuta attenzione per la roccia rotta e instabile, arriviamo al colletto...

... e ci infiliamo direttamente giù per il canalone: un couloir ripido di sfasciumi che richiede prudenza e concentrazione. Alla base ci ricongiungiamo col sentiero 12 che traversando il pendio ci porta alla Côte des Ollines; la attraversiamo con il Col d’Arc e scendiamo dall’altro versante per tornare al punto di partenza.

Bell’itinerario circolare di fine stagione in un ambiente selvaggio e solitario.

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